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I prodotti tipici della Valle del Belice
...un Sogno
Riserva Naturale del Belice, il fiume Belice
La Riserva Naturale del Belice posta al confine tra i comuni di Castelvetrano e Menfi, si estende per 129 ettari, ed è limitata a sud dal mar Mediterraneo e a nord dalla vecchia ferrovia che collegava Castelvetrano ad Agrigento.
L'area della riserva del belice è ricchissima di fauna e flora, ed è interessata in alcuni periodi dell'anno dal passaggio di varie specie di uccelli migratori che qui sostano dopo la trasvolata del Mediterraneo. Tra i componenti della flora si ricorda il ravastrello marittimo, il giglio marino, l'erba medica marina, la violaciocca selvatica ed il finocchio litorale spinoso.
Nella Riserva del Belice, la fauna più interessante è rappresentata da alcune specie di coleotteri scarabeidi. Come fauna di passo, troviamo gli anatidi e gli aironi. La spiaggia del Belice sembra invece essere interessata anche dalla nidificazione della tartaruga marina mediterranea o famosa come Tartaruga Caretta caretta.
La riserva del Belice può essere facilmente visitata partendo da Marinella di Selinunte, entrando dal lato ovest dalla punta della pineta, oppure seguendo una delle diramazioni che si dipartono dalla Castelvetrano-Menfi e che portano al centro stesso della riserva naturale.
All'interno della Riserva del Belice, scorre uno dei fiumi più importanti della provincia di Trapani, Il Fiume Belice (dall'arabo Belich, nome di un castello che sorgeva probabilmente sulla confluenza tra il Belice destro e quello sinistro), oltre ad essere il maggiore dei tre fiumi che bagnano il territorio selinuntino, è uno dei più grandi di tutta la Sicilia.
Un tempo il fiume Belice era navigabile per un lungo tratto, ed esso segnò per millenni una delle principali vie di comunicazione tra l'interno e la costa belicina. Tale funzione è evidenziata da una serie di insediamenti ritrovati lungo il suo percorso, che vanno dalla preistoria sino all'alto Medioevo; inoltre il fiume Belice, un tempo pescosissimo, tanto che il principe di Castelvetrano concedeva in gabella la "Pescheria del Belice", chiamata anche la gabella di li alosi, dal nome del pesce più pregiato e abbondante che si pescava nel fiume.
Il fiume Belice per la violenza delle sue acque poco si prestava al funzionamento dei mulini; è comunque notevole il Mulino Vecchio che, per la sua struttura e per le opere di ingegneria idraulica realizzate per farlo funzionare, denota un'origine romana. Il Mulino Vecchio, può essere visitato seguendo una stradella che costeggia il fiume belice dipartendosi dalla vecchia strada statale per Menfi. Il Fiume Belice interessa il territorio di Castelvetrano con la sua parte terminale e con l'estuario. La portata del fiume diminuita progressivamente nei secoli per le variate condizioni climatiche, si è ridotta a pochi metri cubi al secondo dopo la realizzazione degli invasi a nord; tuttavia, il fiume e tutta la Valle del Belice rimangono uno degli scenari naturali più belli e suggestivi della Sicilia.